Ritornano i missili a Comiso?

Il pre­si­dente Obama e la can­cel­liera Mer­kel, incon­tran­dosi a quat­troc­chi prima del G7, hanno riba­dito che man­ter­ranno le san­zioni con­tro la Rus­sia. Obama però, appena arri­vato in Baviera, aveva dichia­rato che «biso­gna con­tra­stare con fer­mezza l’aggressione all’Ucraina», lasciando inten­dere che con­tro la Rus­sia si devono pren­dere misure non solo economiche.

Esi­ste quindi una agenda segreta che Obama ha por­tato al G7, in par­ti­co­lare ai mag­giori alleati Nato (Ger­ma­nia, Fran­cia, Gran Bre­ta­gna, Ita­lia) che ne fanno parte? Quale potrebbe essere si deduce dalle dichia­ra­zioni rila­sciate a Washng­ton il 5 giu­gno, due giorni prima del G7, da fun­zio­nari del Pen­ta­gono, ripor­tate dall’Agence France-Presse.

Essi hanno dichia­rato che «gli Stati uniti stanno con­si­de­rando una serie di mosse per con­tra­stare la vio­la­zione del Trat­tato sulle armi nucleari da parte della Rus­sia, tra cui il poten­zia­mento delle difese mis­si­li­sti­che o anche lo spie­ga­mento in Europa di mis­sili con base a terra». Ossia di mis­sili nucleari come quelli schie­rati dagli Usa in Europa durante la guerra fredda: i Per­shing 2 bali­stici, in Ger­ma­nia, e i Toma­hawk (mis­sili da cro­ciera) lan­ciati da terra, in Ita­lia a Comiso. Mis­sili che sono stati eli­mi­nati, insieme agli SS-20 bali­stici schie­rati in Urss, dal Trat­tato sulle forze nucleari inter­me­die fir­mato da Usa e Urss nel 1987. Esso proi­bi­sce lo schie­ra­mento di mis­sili con git­tata com­presa tra 500 e 5500 km.

Washing­ton accusa Mosca di aver spe­ri­men­tato un mis­sile da cro­ciera di que­sta cate­go­ria. Mosca, a sua volta, accusa Washing­ton di instal­lare in Polo­nia e Roma­nia rampe di lan­cio di mis­sili inter­cet­tori (quelli dello «scudo»), che pos­sono essere usate per lan­ciare mis­sili Toma­hawk a testata nucleare. Va inol­tre con­si­de­rato che gli Stati uniti man­ten­gono in Ger­ma­nia, Ita­lia, Bel­gio, Olanda e Tur­chia circa 200 bombe nucleari B-61, che si aggiun­gono alle oltre 500 testate fran­cesi e bri­tan­ni­che pronte al lan­cio. In Ita­lia, vio­lando il Trat­tato di non-proliferazione, ve ne sono 70–90 ad Aviano e Ghedi-Torre.

Ma ce ne potreb­bero essere di più, anche in altri siti e a bordo delle navi Usa. Le B-61 saranno tra­sfor­mate, tra non molto, da bombe a caduta libera in bombe «intel­li­genti» B61-12 che potranno essere sgan­ciate a grande distanza dall’obiettivo. In Ita­lia, nel 2013 e 2014, si è svolta la Stea­d­fast Noon (Mez­zo­giorno riso­luto), l’esercitazione Nato di guerra nucleare, a cui l’anno scorso hanno par­te­ci­pato anche F-16 polacchi.

Washing­ton riba­di­sce che «la Nato resterà una alleanza nucleare» e che, «anche se la Nato si accor­dasse con la Rus­sia per una ridu­zione delle armi nucleari in Europa, avremmo sem­pre l’esigenza di com­ple­tare il pro­gramma della B61-12».

La pos­si­bi­lità che ora ven­gano di nuovo schie­rati in Ita­lia mis­sili nucleari Usa con base a terra, non è così remota. Il colon­nello Sowers, por­ta­voce del Pen­ta­gono, ha dichia­rato che «l’Amministrazione Obama sta con­si­de­rando una gamma di poten­ziali rispo­ste mili­tari alla Rus­sia, tutte dirette ad assi­cu­rare che essa non acqui­sti alcun signi­fi­ca­tivo van­tag­gio mili­tare». Tali «opzioni», com­presa quella dell’«installazione di mis­sili con base a terra in Europa», sono state «discusse a una riu­nione di alti uffi­ciali e diplo­ma­tici con­vo­cata il 5 giu­gno a Stoc­carda, in Ger­ma­nia, dal segre­ta­rio Usa alla difesa Ash­ton Carter».

Vor­remmo sapere dal pre­si­dente del Con­si­glio Renzi, appena rien­trato dalla Ger­ma­nia, se sa qual­cosa sulla riu­nione con­vo­cata a Stoc­carda dal capo del Pen­ta­gono, a cui hanno par­te­ci­pato pro­ba­bil­mente anche alti uffi­ciali e diplo­ma­tici ita­liani. O se dob­biamo atten­dere il comu­ni­cato con cui il Pen­ta­gono annun­cia l’installazione di mis­sili nucleari in Italia.

Manlio Dinucci

il manifesto Edizione del 09.06.15


Articles by: Manlio Dinucci

About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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