L’11 Settembre del Medioriente – Pangea Grandangolo

Secondo la versione ufficiale, l’attacco di Hamas ha “colto di sorpresa” Israele. Vi è però una serie di fatti inspiegabili che non rende credibile la versione ufficiale.

Come è possibile che la barriera di Gaza sia stata sfondata con bulldozer senza che nessuno se ne sia accorto?

La barriera che circonda Gaza, lunga 64 chilometri, è formata da un muro sotterraneo dotato di sensori, per impedire di scavare tunnel, e da una recinzione alta 6 metri con sensori, radar, telecamere e sistemi d’arma automatici collegati a un centro di comando, ed è presidiata da soldati.

Come è possibile che in quello stesso giorno si stesse svolgendo un festival musicale, con migliaia di giovani, nel deserto a pochi chilometri da Gaza, in una zona già ritenuta pericolosa perché nel raggio dei razzi di Hamas, per di più senza alcuna forza di sicurezza?

Come è possibile che, quando i militanti di Hamas hanno attaccato i centri abitati, non siano immediatamente intervenute con elicotteri le forze speciali israeliane, ritenute tra le migliori del mondo, e siano intervenute solo forze di polizia? Come è possibile che il Mossad, ritenuto uno dei più efficienti servizi segreti del mondo, non si sia accorto che Hamas stava preparando l’attacco?

Le risposte essenziali si trovano in un articolo, pubblicato l’8 ottobre dal quotidiano israeliano The Times of Israel:

“Per anni, i vari governi guidati da Benjamin Netanyahu hanno adottato una politica che ha diviso la Striscia di Gaza e la Cisgiordania tra due diversi poteri, mettendo in ginocchio il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e favorendo Hamas. Questo è stato trattato come un partner a scapito della Autorità Palestinese per impedire ad Abbas di avanzare verso la creazione di uno Stato palestinese. Hamas è stato promosso da gruppo terroristico a organizzazione con cui Israele ha condotto negoziati attraverso l’Egitto, e a cui è stato permesso di ricevere dal Qatar, attraverso i valichi di Gaza, valigie contenenti milioni di dollari”.

Tutti questi fatti delineano uno scenario simile a quello dell’attacco terroristico a New York e Washington l’11 settembre 2001, quando l’intero sistema statunitense di intelligence e difesa sarebbe stato “colto di sorpresa” dall’attacco di al-Qaeda. Prove inconfutabili (ufficialmente ignorate o liquidate come “complottismo”) dimostrano che era stata una operazione attuata dalla Cia (probabilmente con la partecipazione anche del Mossad) per fare da innesco alla “guerra globale al terrorismo” con l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq e le successive guerre. Qualcosa di analogo sta avvenendo oggi in Israele, il cui intero sistema di intelligence e difesa sarebbe stato “colto di sorpresa” dall’attacco di Hamas.

Il fine strategico dell’operazione, sicuramente, non è solo quello di sterminare i Palestinesi e impadronirsi dei loro ultimi territori. È quello di innescare, mirando all’Iran, una reazione a catena di guerre in un Medioriente dove Stati Uniti, Israele e le potenze europee stanno perdendo terreno.

Manlio Dinucci

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Articles by: Manlio Dinucci

About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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