L’11 Vendemmiaio della Santa rivoluzione siriana

Generale
E’ certamente bello servire il proprio paese, ma il merito di dirlo non è da disprezzare. In politica come in letteratura, sulla barricata come al computer, è possibile illustrarsi; e coloro che compiono delle belle azioni, come quelli che le scrivono, ottengono lodi. Tuttavia, secondo me, anche se non si arriva alla persona che scrive la storia, la stessa gloria di quello che la fa, il suo compito non è meno difficile. In questo senso, non è sufficiente che la narrazione storica risponda alla grandezza delle azioni storiche, ma deve anche salire al rango delle loro apoteosi, altrimenti i vostri lettori accuseranno la vostra scrittura come prosaica e semplicistica. Ciò richiede la necessità di presentare una storia gloriosa nel caso di un evento così maestoso come l’11 Vendemmiaio [1] della Santa rivoluzione siriana, ossia il secondo giorno del mese di ottobre 2011. Questo giorno è stato onorato dalla nascita di un patto sui principi costituzionali che avrebbe elaborato, per così dire, i contorni della Siria di domani.

Come introduzione, la maggior parte dei miei lettori mi pongono due domande che mi sono diventate familiari. Coloro che leggono regolarmente i miei articoli sulla Siria, chiedendomi perché quando parlo della cosiddetta “rivoluzione” siriana, da una parte, e della “coalizione” che si è creata tra l’imperialismo occidentale, l’islamismo del califfato turco e l’oscurantista dispotismo arabo, d’altra parte, usi delle denominazioni che non sono vendute nel mercato dei media, come ad esempio “Santa Rivoluzione” e “Santa Alleanza”.
La risposta alla prima domanda non necessariamente implica l’utilizzo di schemi metafisici o di astratte equazioni geometriche. Basta in questo contesto esaminare il discorso politico dei dirigenti atlantisti e arabi sulla Siria dopo gli eventi dei primi di marzo 2011, per indicare la “corona di luce” intorno la loro testa, e cogliere la “Santità” che irradia.

Per quanto riguarda la seconda domanda, è necessario specificare se sia davvero una semplice alleanza o coalizione, come quella che è stata fondata durante la Seconda Guerra del Golfo (1990 – 1991), quando le principali potenze imperialiste, e i loro subordinati arabi, entrarono in una coalizione globale, limitata nel tempo e nello spazio, cui finalità e obiettivi sono stati chiaramente definiti: detronizzare l’ultimo re di Babilonia, Nabucodonosor [2] Saddam Hussein, bruciare il suo tempio e mettere il suo popolo in cattività. La coalizione finiva una volta che aveva raggiunto i suoi obiettivi. Tuttavia, nel contesto della Siria, la realtà delle cose è diversa dai casi sopra menzionati, non si tratta qui di una coalizione di interessi ciclica e limitata nel tempo e nello spazio, ma piuttosto di una combinazione di interessi strutturale, radicata nel tempo e nello spazio, e che raccoglie, sotto la Sacra Veste [3], tutte le potenze imperialiste e colonialiste da un lato, e i loro subordinati dall’altra parte, come ad esempio l’Islamismo del Califfato Turco, il dispotismo oscurantista arabo islamico e le sue manifestazioni wahabite. In altre parole, lo Spirito Santo della reazione mondiale.
Così, la democrazia democratica, che si eleva così in alto sopra la massa araba, sentiva una infinita pietà per essa. Tanto la democrazia democratica ama la Massa araba, che le ha mandato il suo unico Figlio – la primavera araba – in modo che tutti coloro che credono in essa non siano perduti, ma che abbiano una vita democratica.

La visita di Davutoglu a Damasco, e il messaggio che ha consegnato

Infatti, dal primo giorno della guerra imperialista contro la Siria, ho concepito l’idea di scrivere, in frammenti distinti, la storia della Santa rivoluzione siriana, scegliendo gli eventi che sembravano degni di memoria. Tuttavia, per l’intensità della propaganda imperialista contro la Siria, e per la rinnovata protervia dei media, ho dovuto aspettare un paio di mesi affinché la cospirazione si precisasse e i congiurati si smascherassero, prima di poter raccogliere i dati pertinenti.
Tuttavia, all’inizio dell’agosto 2011, il processo della guerra imperialista contro la Siria prese una dimensione diversa, con la visita a Damasco del capo della diplomazia turca, Ahmet Davutoglu, che era arrivato nella capitale omayyade per portare un messaggio “determinato”, secondo il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan. Due mesi dopo, una folla di oppositori si riunì a Istanbul, battezzata la Mecca di tutti coloro che covano rancore contro il governo siriano, per creare una finestra politica dietro la quale si nascondevano i veri sceneggiatori e registi della Santa rivoluzione siriana. Così nacque il CNS.

A mio parere, questo evento ha segnato una svolta decisiva nella guerra imperialista contro la Siria, perché dopo il parto cesareo del CNS, i congiurati non nascosero il loro ruolo nelle violenze, e l’ingerenza arabo-atlantista negli affari interni di questo paese divenne oramai ufficiale e diretta. E’ stato proprio questo significativo evento che mi ha spinto a realizzare il mio progetto e a svilupparne il significato: trattare brevemente e con la massima precisione possibile la guerra imperialista contro la Siria.

Tra quali angosce il CNS è stato elevato dagli Arcangeli

Innanzitutto, si deve rilevare che la creazione del CNS e la dichiarazione del patto “di dignità e libertà”, come piaceva chiamarlo ai messia del CNS, è stata offerta a tutte le opposizioni estere, al coordinamento locale interno, ai Fratelli Musulmani, ai partiti curdi e assiri e a una serie di formazioni politiche e tribali. Così vi fu l’”Ascensione al Cielo” del Consiglio nazionale siriano (CNS), che ha riunito sotto lo stesso burqa gli islamisti salafiti, gli sciovinisti, dei cosiddetti comunisti, dei liberali borghesi e, senza dubbio, gli arrivisti, evidentemente. In questa folla, abbiamo visto per primi i wahhabiti salafiti demonizzare l’Occidente e le sue strutture sociali e culturali, rifiutando il popolo quale fonte del potere legittimo, perché per loro il cielo è l’unica fonte di tutto il potere; poi abbiamo visto i borghesi e i piccolo-borghesi liberali, affascinati dall’adempimento della democrazia occidentale borghese, dalle sue istituzioni politiche e sociali, credendo nell’esperienza occidentale come all’ultima forma di paradiso terrestre, cose che li mette contro ovviamente la precedente componente, quella dei Fratelli Musulmani; poi abbiamo visto i presunti marxisti “rivoluzionari”, disperati e dispersi ai quattro angoli del mondo, residui della guerra fredda e sottoprodotti della smembramento dell’Unione Sovietica, che si dissociano ideologicamente e discorsivamente dagli islamisti e dai liberali, e abbiamo infine visto gli sciovinisti arabi, curdi e assiri, tra i quali, da un lato abbiamo sentito le grida dei sciovinisti arabi nasseriani, semi-socialisti e semi-islamisti appellarsi alla Grande Nazione pan-araba, la cui istituzione richiederebbe necessariamente la distruzione delle minoranze etniche in Siria, in particolare dei curdi; tra costoro abbiamo sentito, dall’altra parte, i nazionalisti curdi festeggiare il Naurouz e gridare Evviva il Grande Kurdistan!, la cui istituzione, certamente, minaccerebbe l’unità della Grande Nazione pan-araba; tra questi e quelli abbiamo sentito anche l’etnia assira esaltare la Santa Assiria e il suo nume tutelare Assur, vero maestro di Ninive [4], le cui mitiche radici risalgono alla storia antica del secondo millennio prima della nostra era comune. In breve, era una straordinaria miscela di contraddizioni, la cui incapacità di incontrarsi su un solo punto comune ideologico non passa inosservato neanche a un plebeo [5] ripiegato sul suo Aventino [6].

Tuttavia, è stato proprio questo amalgama alchemico, sperimentato negli alambicchi dei centri di potere imperialista, che ha elevato gli oppositori della Siria a un livello superiore, al più alto stadio di sviluppo delle idee e pratiche rivoluzionarie, quella della Santa Rivoluzione siriana.

Certo, questi gentiluomini borghesi [7] del CNS condividono due punti comuni abbastanza fragili: 1) l’alloggio in Occidente, 2) l’assenza di un programma di riforme specifico. Per contro, si sono incontrati su un obiettivo: rovesciare il presidente Assad a qualsiasi costo, e dopo di lui che sia il diluvio, non importa il caos, non importa la distruzione del paese!
Infatti, il potenziamento del CNS, questo eroismo vanesio dei suoi membri privi di ogni modestia, l’ascesa al rango degli Arcangeli, questo trionfo momentaneo della forza brutale del terrorismo “universale” benedetto dall’Impero e dai suoi vassalli, tutto [8] è volto all’annientamento di ogni illusione e chimera sulla cosiddetta “rivoluzione” siriana, con la disintegrazione totale del discorso “filantropico” imperialista sulla sua natura pacifica, come sulla sua legittimità rivoluzionaria. Per contro, questa nuova creatura alla Frankenstein, questo Cerbero [9] non sarebbe stato utile che nel contesto di un’acutizzazione dell’aggressività contro la Siria.

Che cosa è successo al CNS e come si è trasformato in Cerbero

Fu proprio in questo periodo critico dello sviluppo della guerra imperialista contro la Siria, che il CNS si è trasformato in Cerbero, quando i suoi creatori rivoluzionari decisero di dichiarare un “patto di libertà e dignità” evocando spaventosamente gli spiriti delle grandi rivoluzioni europee del XIX secolo e la nascita dell’Islam alla Mecca, nel VII secolo, prendendone in prestito i nomi, gli slogan, i discorsi filantropici, le parole d’ordine sociali e politiche, e anche i costumi, per apparire come la nuova tappa della storia di questo travestimento rispettabile, degno per qualsiasi “rivoluzionario” che abbia creduto allo Spirito delle leggi di Montesquieu, al Contratto sociale di Rousseau e alla Giustizia sociale nell’Islam di Sayyid Qutb, e certamente, con il linguaggio preso in prestito dalla prima rivoluzione francese.

Burhan Ghalioun, Bassma Kodmani, Abdel Basset Sayda, tutti i 190 moschettieri del CNS, come pure i partiti nazionalisti curdi, una massa di tribù e di clan di beduini del deserto siriano, e i quarantaquattro di Ali Baba, tutti avvolti nel costume della prima rivoluzione francese, utilizzano una fraseologia presa in prestito dai filosofi dell’Illuminismo [10], con il compito di completare le idee rivoluzionarie, vale a dire il patto dell’11 Vendemmiaio; così Abdel Basset Sayda si è identificato con Robespierre, Bassma Kodmani si traveste da Danton e Burhan Ghalioun ha svolto il ruolo di Camille Desmoulins.
Inoltre, leggendo i principi della dichiarazione del CNS, diventa sempre più difficile liberarsi dall’idea persistente che gli autori di questo accordo “storico”, come la chiama il signor Ghalioun, abbiano l’intenzione di iniziare a scrivere un concerto per pianoforte in Si bemolle minore [11], glorioso quanto l’evento stesso da cui il patto è nato, la Santa rivoluzione siriana. Tuttavia, qualsiasi osservatore casuale, anche senza aver seguito ogni passo del cammino della Santa rivoluzione siriana nei corridoi delle potenze imperialiste, sospetterebbe che la rivoluzione sia destinata a un collasso inaudito. Bastava ascoltare, in questo senso, le urla di trionfo prive di pudore con cui questi signori del Consiglio nazionale siriano (CNS), allora presieduto da Burhan Ghalioun, avevano accolto, felicitandosi l’un con l’altro, gli effetti miracolosi dell’11 Vendemmiaio o del secondo giorno del mese di ottobre 2011.

Secolarismo, materialismo, islamismo, e quello che è divenuto il patto del CNS

Certo, annunciando la sua unificazione nel CNS, l’opposizione siriana aveva compiuto un passo decisivo verso la completa subordinazione alle potenze imperialiste. E’ stato sufficiente che il CNS ricevesse, il 10 ottobre, il sostegno del suo similare Consiglio nazionale di transizione (CNT) libico, per fare in modo che noi ci facessimo una prima idea del futuro che attenderebbe la Siria; e la sera stessa, il CNS ha ricevuto anche la benedizione dell’Unione europea (UE), che si era precipitata a salutare “gli sforzi della popolazione siriana per creare una piattaforma unita, chiedendo alla comunità internazionale di fare lo stesso”. [12]
In primo luogo, in questo patto grandioso, l’inevitabile dichiarazione delle libertà civili (libertà personale, libertà di stampa, di parola, di espressione, di associazione, di riunione, istruzione, culto, ecc.) viene presentato con una divisa costituzionale che la rendeva invulnerabile. Il patto, così sottilmente reso inviolabile, che potrebbe essere derivato dallo sviluppo storico delle idee rivoluzionarie, tuttavia aveva, come Achille, il punto vulnerabile non nel tallone, ma nella testa, o meglio nelle tre teste in cui si perdeva: 1) il discorso liberale borghese di Burhan Ghalioun, 2) il discorso islamista dei Fratelli musulmani, 3) il discorso socialista di alcuni residui della guerra fredda. Poi, come conseguenza di questo tripolarità discorsiva, ciascuna di queste libertà viene proclamata come diritto assoluto del cittadino siriano, ma con la condizione costante che non sia in contraddizione con la rivelazione divina, che si manifesta nel credo islamico dell’era Sahifa [13]. Poi l’inaugurazione di questo patto ha avuto inizio insistendo sul significato storico della “rivoluzione” siriana, che secondo gli autori del patto, metterà la Siria allo stesso livello delle nazioni civili. Infine, il patto termina con una truffa verso l’aspetto universale cosmopolita della Santa rivoluzione siriana, fedele alle anime immortali dei martiri. Prendiamo, per esempio, il primo principio del patto:

La rivolta-rivoluzione in Siria è un punto di svolta nella storia della società e dello Stato siriani. Compie, come tutte le rivoluzioni della “primavera araba”, un salto di qualità, un messaggio umano e un insieme di valori universali, che rappresentano le comuni aspirazioni del popolo siriano e la riconoscenza del sacrificio dei martiri“. [14]

A nostro parere, gli autori del suddetto principio danno grande importanza nel dimostrare la loro “realtà” come risultato logico e normale dell’evoluzione delle lotte rivoluzionarie in Siria, mentre prendono in prestito il linguaggio dal loro patrimonio marxista, e precisamente dal materialismo storico. Lo rivela la frase in prestito “salto di qualità”, dovuto evidentemente a un lungo processo di accumulazione di piccoli salti quantitativi. Tuttavia, tale principio preso in prestito dal materialismo storico, viene immediatamente seguito da un altro, il cui effetto di contrasto non poteva passare inosservato neanche a un apprendista rivoluzionario; perché siamo gettati dal vertice dell’era dell’illuminismo giù all’era dell’Hijrah. Improvvisamente ci ritroviamo in un ambiente disarmonico, quello della Mecca del VII secolo. Leggiamo il seguente principio:

Dal patto di Sahifa stabilito dal Profeta al suo arrivo a Medina, alle dichiarazioni dei diritti umani in tempi moderni, alleanze, accordi e contratti regolavano la vita comune tra i cittadini di uno stesso paese. Il loro contenuto è il passo necessario e indispensabile, soprattutto in tempi di cambiamento, transizione e costruzione. Le loro regole sono dei parametri di riferimento per la società nelle sue diverse componenti, e le basi di uno Stato che difende le libertà fondamentali e ne garantisce la sovranità. Queste regole sono immutabili, qualunque sia la maggioranza elettorale, politica o sociale. Nessuno di esse può essere omessa o parziale“. [15]

Senza dubbio possibile, prendendo la Sahifa come punto di partenza storico, il patto del CNS non solo reca con sé i semi della propria miseria, ma annuncia anche le sue vere intenzioni. Prima di ogni altra cosa, che cosa è il patto di Sahifa? Si tratta di un trattato di pace tra i musulmani, gli arabi non musulmani e gli ebrei di Medina. Il trattato è stato messo per iscritto e ratificato da tutte le parti, verso l’anno 622. Tuttavia, con la presenza più invasiva dei musulmani, le tribù ebraiche cominciarono a irritarsi. Fu l’inizio di un conflitto violento e sanguinoso tra le due comunità.

Ovviamente, il riferimento al Sahifa lascia la fedeltà della “Seconda Repubblica”, come promessa dal CNS, nell’ambiguità; e dei problemi si svelano qui: la Repubblica da dove riceverebbe la sua legittimità, dal popolo o dalla legge divina? Qui, l’amalgama non può essere realizzato, perché si negano reciprocamente, a meno che gli autori di questo patto abbiano voluto attuare i principi della Dialettica della Natura [16].

Meglio ancora, se la “Seconda Repubblica” riceve la sua legittimità dal popolo, ciò dovrebbe portare, sottinteso, a uno stato laico che non aderirebbe ad alcuna religione particolare, che si tratti di una maggioranza o di una minoranza. In questo caso, i Fratelli musulmani, fedeli al credo islamico, si troverebbero distinti nei confronti della società e dello Stato, cosa che porterebbe, ovviamente, a un nuovo conflitto, questa volta più violento e sanguinoso, tra gli islamisti e i moschettieri della “Seconda Repubblica”. Per contro, se la “Repubblica” ricevesse la sua legittimità dalla legge divina, come previsto con l’inserimento della Sahifa, qui tutto il discorso sui diritti umani, le libertà civili, la parità tra le varie componenti della società siriana, sarebbero solo chiacchiere, un dialogo tra pappagalli, perché in una situazione del genere, qualsiasi gruppo che abbia un credo diverso da quello derivante dalla legge divina, perderebbe l’una o l’altra delle libertà e delle dignità promesse dal patto delle “libertà e dignità” del CNS. Inoltre, i diritti umani e quelli delle minoranze (religiose, etniche, linguistiche, sessuali o emotive), non sarebbero al riparo dall’oppressione della Legge divina. Il destino delle minoranze cristiane in Iraq, dopo l’occupazione statunitense, massicciamente e sistematicamente eliminati da gruppi di fanatici, come pure gli attentai quotidiani contro i cristiani copti in Egitto, sono un buon esempio di quello che potrebbe essere il futuro delle minoranze etniche e religiose in Siria, non appena il CNS, con la sua tripolarità discorsiva, prendesse il potere.
Così, Damocle alzò gli occhi e vide una spada che pendeva su di lui, che era trattenuta da un crine di cavallo di Dioniso. [17]

Le disavventure del CNS

In ultima analisi, la creazione del CNS ha avuto un ruolo specifico, ma diverso da quella indicata sul Proskenion [18]. Non è un segreto qui che la dichiarazione dell’11 Vendemmiaio miri ad aumentare la pressione sul regime siriano e a portare la campagna contro la Siria a un livello più avanzato. La creazione del CNS mira a fornire anche alla Santa Alleanza una vetrina politica locale, dietro la quale si nascondono i veri congiurati. Inoltre, la Santa alleanza si rende conto fin dall’inizio che la Santa rivoluzione rimane estranea al popolo siriano, e che certamente è destinata alla sconfitta; questo ha creato la necessità di far uscire la Santa rivoluzione dall’impasse in cui si trova, dopo che non è riuscita a mettere radici nel paesaggio siriano. In questo modo, la Santa alleanza ha aumentato, infatti, la pressione contro la Siria e ha creato il nucleo di un futuro governo, che riceverebbe il riconoscimento dai paesi coinvolti nella Santa alleanza come “unico rappresentante legittimo del popolo siriano.”
Tuttavia, a un anno e mezzo della campagna imperialista, la Siria è ancora forte e resiste nell’arena del confronto, più determinata che mai a ottenere una vittoria decisiva, nonostante le atrocità e la barbarie della congiura.

Fida Dakroub, Ph.D
Per contattare l’autrice: FidaDakroub.net

Note:

[1] Il giorno di Vendemmiaio è il primo giorno del Calendario Repubblicano Francese. Corrisponde ai giorni (a seconda dell’anno) del periodo che va dal 22 settembre al 21 ottobre del calendario gregoriano. Così, l’11 vendemmiaio corrisponde al 2 ottobre.
[2] Nabucodonosor II fu re di Babilonia dal 604 al 562 aC. Deve la sua fama al fatto che ha governato il più grande impero mai dominato da Babilonia, dopo il duro assedio di Gerusalemme. Prese la città, bruciò il tempio costruito da Salomone e la casa del re, e conquistò il regno di Giuda. Condusse il popolo ebraico in cattività a Babilonia. Questo è riportato nella Bibbia, nel secondo libro dei Re.
[3] Galbiano (Galbios) e Candido (Candios), due patrizi di Costantinopoli fecero un pellegrinaggio in Terra Santa. Riposarono presso una vecchia ebrea di nome Anna che aveva in suo possesso il vestito di Maria, che aveva lasciato in eredità alla sua serva, il giorno della Dormizione.
[4] Ninive era una città antica dell’Assiria, nel nord della Mesopotamia. Fu un importante crocevia delle rotte commerciali che attraversavano il Tigri. Occupava una posizione strategica sulla strada principale tra il Mar Mediterraneo e l’altopiano iraniano, che le ha portato prosperità, diventando una delle più grandi città della regione.
[5] La plebe (latino plebs, plebis) è una parte del popolo (populus) romano, vale a dire, i cittadini romani distinti dagli schiavi. La plebe – i plebei – si opponeva ai patrizi o alla successiva nobilitas: questa è la parte del popolo che si opponeva all’organizzazione oligarchica della città. Nel linguaggio comune, la plebe è la popolazione.
[6] Il termine si riferisce ad un episodio della prima storia romana, nel 494 aC., durante la rivalità tra patrizi e plebei. È stato riferito da Tito Livio. Oggi, si dice di un uomo irritato, che ignora una situazione su cui non ha alcun controllo, o che si avvolge nel proprio orgoglio dopo un errore, ritirandosi sull’Aventino.
[7] “Le Bourgeois gentilhomme” è una commedia-balletto di Molière, in cinque atti, rappresentata per la prima volta il 14 ottobre 1670, alla corte di Luigi XIV al Chateau de Chambord dalla compagnia di Molière. Il borghese Jordan intende acquisire i modi degli aristocratici. Decide di ordinare un vestito nuovo, più in linea con la sua nuova condizione, e comincia ad imparare l’uso delle armi, la danza, la musica e la filosofia, tutte cose che gli sembrano essenziali per la propria condizione di gentiluomo.
[8] Uso classico del pronome indefinito “tutto” che viene utilizzato per recuperare e sintetizzare una serie di nomi usati in precedenza.
[9] Cerbero era il figlio di Echidna, dal corpo di serpente e il volto di donna, e di Tifone, spesso indicato come un mostro sputa fuoco, che persino gli dei dell’Olimpo temevano. La descrizione di Cerbero nella mitologia greca e nell’arte, lo rappresentava con tre teste, una criniera di serpenti come i capelli di Medusa e la coda di serpente.
[10] L’Illuminismo è una scuola di pensiero che va dagli anni 1720-1730 agli anni 1775-1785, durante il quale si sviluppa lo Sturm und Drang. Questo movimento intellettuale è spesso identificato con l’era dei Lumi.
[11] Il Concerto per pianoforte No. 1 in si bemolle minore, op. 23, di Pjotr Il’ich Chajkovskij fu composta tra il 1874 e il febbraio 1875. La partizione venne rivista durante l’estate del 1879 e di nuovo nel dicembre 1888.
[12] Radio Canada, 10 ottobre 2011. Il Consiglio nazionale siriano riceve ulteriore sostegno, 24 agosto 2012
[13] Il patto di Sahifa dichiarato dal Profeta al suo arrivo a Medina.
[14] Gresh, Alain. 7 ottobre 2011. Syrie, l’opposition à Damas. Le Monde diplomatique. 24 agosto 2012
[15] op. cit.
[16] Friedrich Engels aveva intenzione di scrivere un grande lavoro sulla dialettica nella natura. La prima idea di Engels era dimostrare, sotto forma di critica del materialismo volgare e sulla base della scienza più moderna, la contraddizione tra il pensiero metafisico e pensiero dialettico.
[17] Damocle è la figura chiave in un episodio della storia antica greca a cui si può fare riferimento, come la leggenda della spada di Damocle. Da questa leggenda deriva la frase “Avere la spada di Damocle sopra la testa“, usato per indicare “un pericolo costante che ci può piombare addosso“, come la spada della storia, “che in qualsiasi momento, la situazione è pericolosa.”
[18] Proskenion è il palcoscenico sul quale recitavano gli attori dell’antico teatro greco.

Dottoressa in Studi francesi (UWO 2010), Fida Dakroub è scrittrice e ricercatrice del “Gruppo di Ricerca e Studio sulle letterature e le culture francofone” (GRELCEF) presso l’University of Western Ontario. È un’attivista per la pace e i diritti civili. Copyright © 2012 Global Research

http://www.mondialisation.ca/le-11-vendemiaire-de-la-sainte-revolution-syrienne/

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

 


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