I neo-nazisti ucraini addestrati dagli Usa

L'arte de la guerra

In Ucraina gli Usa ini­zie­ranno in pri­ma­vera l’addestramento e l’armamento della Guar­dia nazio­nale: lo con­ferma uffi­cial­mente il Comando euro­peo degli Stati uniti, pre­ci­sando che il pro­gramma rien­tra nell’iniziativa del Dipar­ti­mento di stato per assi­stere l’Ucraina ad attuare «la difesa interna».

Il finan­zia­mento, già auto­riz­zato dal Con­gresso, viene for­nito da uno spe­ciale Fondo costi­tuito dal Pen­ta­gono e dal Dipar­ti­mento di stato per «for­nire adde­stra­mento ed equi­pag­gia­mento a forze di sicu­rezza stra­niere», così che «i paesi part­ner pos­sano affron­tare sfide impor­tanti per la sicu­rezza nazio­nale degli Usa». La mis­sione di adde­stra­mento in Ucraina serve a «dimo­strare l’impegno Usa per la sicu­rezza del Mar Nero e il valore delle forze Usa schie­rate in posi­zioni avanzate».

Le unità della Guar­dia nazio­nale ucraina, com­pren­denti secondo stime appros­si­ma­tive 45-50mila volon­tari, saranno adde­strate da istrut­tori Usa nel campo mili­tare Yavo­riv presso Lviv (Leo­poli, ndr) a circa 50 km dal con­fine polacco. La Guar­dia nazio­nale, costi­tuita dal governo di Kiev nel marzo 2014 con un primo finan­zia­mento Usa di 19 milioni di dol­lari, ha incor­po­rato le for­ma­zioni neo­na­zi­ste, già adde­strate da istrut­tori Nato per il «putsch» di Kiev (come mostra una docu­men­ta­zione foto­gra­fica su mili­tanti neo­na­zi­sti adde­strati nel 2006 in Estonia).

I bat­ta­glioni Don­bass, Azov, Aidar, Dnepr-1, Dnepr-2 e altri, che costi­tui­scono la forza d’urto della Guar­dia nazio­nale, sono costi­tuiti da neo­na­zi­sti sia ucraini che di altri paesi euro­pei. Le atro­cità da loro com­messe con­tro i civili di nazio­na­lità russa nell’Ucraina orien­tale sono ampia­mente docu­men­tate da video e testi­mo­nianze (basta digi­tare su Goo­gle «atro­cità dei neo-nazi in Ucraina»). Ma, nono­stante che Amne­sty Inter­na­tio­nal abbia accu­sato il governo di Kiev di essere respon­sa­bile dei cri­mini di guerra com­messi da que­sti bat­ta­glioni, gli Usa hanno con­ti­nuato a soste­nerli, for­nendo loro anche mezzi blin­dati. E ora li poten­ziano con il pro­gramma di adde­stra­mento e arma­mento. Esso rien­tra nell’«Operazione fer­mezza atlan­tica», lan­ciata dal Comando euro­peo degli Stati uniti per «rias­si­cu­rare i nostri alleati, di fronte all’intervento russo in Ucraina, e quale deter­rente per impe­dire che la Rus­sia acqui­sti l’egemonia regionale».

Nel qua­dro del cre­scente dispie­ga­mento di forze Usa nell’Europa orien­tale, il Pen­ta­gono ha inviato «esperti mili­tari per accre­scere la capa­cità difen­siva dell’Ucraina» e stan­ziato altri 46 milioni di dol­lari per for­nirle «equi­pag­gia­menti mili­tari, tra cui vei­coli e visori not­turni». Washing­ton sta quindi già armando le forze di Kiev che, anche senza rice­vere armi pesanti dagli Usa, pos­sono pro­cu­rar­sele con i milioni di dol­lari messi a loro disposizione.

Men­tre Ger­ma­nia, Fran­cia e Ita­lia si dicono favo­re­voli a una solu­zione diplo­ma­tica e quindi con­tra­rie alla for­ni­tura di armi a Kiev. Ma allo stesso tempo, al ver­tice di Bru­xel­les, si impe­gnano, insieme a Gran Bre­ta­gna, Spa­gna e Polo­nia, ad assu­mersi i com­piti mag­giori nella for­ma­zione della «Forza di punta» della Nato, nel qua­dro della «Forza di rispo­sta», por­tata da 13mila a 30mila uomini e dotata di sei cen­tri di comando e con­trollo in Esto­nia, Let­to­nia, Litua­nia, Polo­nia, Roma­nia e Bulgaria.

Men­tre gli Usa, in pre­pa­ra­zione del ver­tice di Minsk sull’Ucraina (cui volu­ta­mente non par­te­ci­pano), assi­cu­rano per bocca del segre­ta­rio di Stato che tra gli alleati «non ci sono divi­sioni, siamo tutti d’accordo che non possa esserci una solu­zione mili­tare». Ma allo stesso tempo, adde­strando e armando i neo­na­zi­sti ucraini, gli Usa ali­men­tano le fiamme della guerra nel cuore dell’Europa.

Manlio Dinucci,  


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About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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