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Avendo fallito in Siria, gli USA puntano su Hezbollah
By Mahdi Darius Nazemroaya
Global Research, August 02, 2013
Aurora - Bollettino di Informazione Internazionalista 2 August 2013
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Dopo che Hezbollah è intervenuto in Siria, subito delle analisi sono iniziate a circolare, indicando che gli iraniani avevano ordinato ai loro partner libanesi d’intervenire in sostegno del governo di Damasco nell’ambito di una nuova ondata iraniana in Siria. Questa presa di posizione rifiuta di ammettere che Hezbollah sia uno dei principali obiettivi della guerra in Siria o di riconoscere che Hezbollah interviene in Siria sulla base dei propri interessi di sicurezza e contro l’attacco in corso alle città libanesi sul confine siriano-libanese. Hezbollah è stato letteralmente trascinato nella guerra e le stesse forze che cercano di rovesciare il governo siriano già preparavano la politica del rischio calcolato per un attacco contro il Libano, attraverso una serie di false affermazioni contro Hezbollah e di misure che avevano lo scopo d’istigare la lotta contro esso in Libano. A seguito dell’intervento di Hezbollah in Siria, il governo degli Stati Uniti ha iniziato a imporre contro il partito libanese sanzioni finanziarie. Quattro uomini d’affari libanesi nei Paesi dell’Africa occidentale di Repubblica della Costa d’Avorio (Costa d’Avorio), Repubblica del Gambia, Repubblica del Senegal e Repubblica della Sierra Leone sarebbero stati accusati di essere ambasciatori informali gli Hezbollah e quindi gli USA li hanno sanzionati. In sincronia con Washington, i regimi dei petro-sceiccati arabi del Golfo Persico di Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti avrebbero iniziato a chiudere le aziende di cittadini libanesi, revocandone la residenza per poi espellerli.

Nonostante l’espulsione pregiudizievole dei cittadini libanesi, non necessariamente si tratta di una nuova politica dei regimi arabi del Golfo Persico, vi è la nuova prerogativa legata al conflitto nel Levante. Mentre le agenzie di stampa come la Reuters sostengono che “le espulsioni illustrano come la guerra in Siria incoraggia la diffusione oltre i confini e nella regione delle antiche tensioni tra sunniti e sciiti”, la verità è un’altra. Queste narrazioni camuffano e mirano a nascondere la vera natura politica del conflitto, attraverso un certo tipo di spiegazioni artificiose che affermano che i sunniti e gli sciiti sono nemici mortali naturali. Il carattere sciita di Hezbollah è irriverente. Gli Stati Uniti e i loro alleati cercano di stringere un cappio intorno a Hezbollah e ad escluderlo dalle potenziali fonti dei finanziamenti che riceve, direttamente o indirettamente, tramite donazioni o rimesse in Libano.

L’UE ha fornito copertura giuridica a una rinnovata aggressione israeliana contro il Libano?

Il 25 luglio 2013 l’Unione europea ha aggiunto l’ala militare di Hezbollah alla sua lista delle organizzazioni terroristiche. La decisione dell’Unione europea è il risultato di un compromesso che avrebbe dovuto porre fine alla forte pressione da parte dei governi degli Stati Uniti e d’Israele. In questi sforzi, Israele e Stati Uniti sono stati aiutati dal sostegno dei governi di Gran Bretagna e Paesi Bassi. Anche se la decisione dell’Unione europea ufficialmente si basa sull’accusa non provata che Hezbollah sia responsabile di un attentato in Bulgaria a un autobus di turisti israeliani, il vero motivo è stato l’intervento indipendente di Hezbollah in Siria. L’Unione europea avrebbe potuto mettere nella lista nera Hezbollah molto prima, se riteneva le accuse di terrorismo giustificate. Anche il governo bulgaro l’ha rifiutata e rifiuta di piegarsi alle richieste di Tel Aviv che la Bulgaria indichi Hezbollah quale colpevole. Vale la pena notare che l’inserimento nella lista nera dell’ala militare di Hezbollah da parte dell’UE soddisfa parzialmente Stati Uniti e Israele. Dal momento che nulla si sa realmente dell’ala militare di Hezbollah, poco può essere fatto praticamente. Il modo con cui l’UE ha messo Hezbollah nella lista nera potenzialmente lascia la porta aperta ad una posizione flessibile dei membri dell’Unione Europea e della Commissione europea. Eppure, è una spada a doppio taglio. La decisione dell’UE, tuttavia, potrebbe essere utilizzata come arma politica, giuridica ed economica contro il Libano e Hezbollah, quando necessario.

In risposta all’azione dell’Unione europea, i leader di Hezbollah in Libano hanno detto che l’Unione europea è ormai complice di eventuali futuri crimini d’Israele contro il Libano. Secondo Hassan Nasrallah, il segretario generale di Hezbollah, gli Stati membri dell’Unione europea saranno responsabili di un futuro attacco israeliano contro il Libano, perché hanno dato copertura legale ad Israele per il suo prossimo attacco al Libano. Ciò significa che se gli israeliani attaccheranno Libano, sosterranno che combattono il terrorismo internazionale. Indubbiamente Tel Aviv tirerà fuori la decisione del 2013 dell’UE e ne parlerà incessantemente nella sua propaganda come mezzo per convincere l’opinione pubblica internazionale che Israele combatte Hezbollahnell’ambito della lotta al terrorismo.

Gonfiare la propaganda nella guerra mediatica

Reuters ha preso l’insolita iniziativa di pubblicare un articolo il 21 luglio 2013, fondamentalmente un pezzo speculativo dal titolo “All’interno: Facendo affidamento sull’Iran, la Siria di Assad rischia l’irrilevanza”. La dichiarazione di apertura è la seguente: “Il sostegno militare dell’Iran e del suo alleato sciita Hezbollah ha dato al presidente siriano Bashar al-Assad nuovo slancio nella sua lotta contro i ribelli intenti a cacciarlo, ma a un prezzo.” L’articolo di Reuters arriva a suggerire quanto segue: “Assad ora rischia di perdere gran parte della sua autonomia da Teheran e di diventare una pedina in una grande guerra settaria tra musulmani sunniti e sciiti che non può finire, anche se  costretto a dimettersi, dicono esperti militari e diplomatici nella regione.” Business Insider s’associa alla posizione di Reuters, scrivendo il 24 luglio 2013 che “il presidente siriano Bashar al-Assad è stato costretto gradualmente a cedere il potere in Iran per sostenere il suo regime durante il conflitto in corso in Siria”. Gli argomenti di cui sopra sono parte della propaganda standard che inizia a circolare nei media mainstream che servono l’agenda estera di Washington. L’obiettivo è naturalizzare l’idea che l’odio settario esiste tra i musulmani.

La propaganda include anche suggerimenti fabbricati ed esagerati secondo cui la popolarità di Hezbollah è diminuita a livello regionale e anche tra i suoi elettori libanesi nella comunità sciita.  Per esempio, Voce dell’America ha scritto così il 25 luglio 2013: “le famiglie di centinaia di combattenti di Hezbollah uccisi nella recente battaglia per Qusayr, si meravigliano del perché i loro cari siano morti combattendo altri arabi invece d’Israele”. Anche in precedenza un altro articolo della Reuters riportava, il 5 luglio 2013: “Molti libanesi vedono nel sostegno del leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah ad Assad, contro l’insurrezione a maggioranza sunnita della Siria, un errore di calcolo che trascina il Libano nel pantano siriano, esacerbando i combattimenti in Libano e approfondendo le derive settarie sunnita-sciita della regione.” Gli attacchi missilistici sul Libano da parte dei ribelli in Siria e la destinazione delle rimesse dei libanesi sono anche parte di questa propaganda. In tutta ciò, il successo dell’esercito siriano è stato deliberatamente minimizzato. Invece l’enfasi viene posta su Iran, Hezbollahe i gruppi di volontari dall’Iraq, che vincono la guerra per il governo siriano. Ad esempio, AFP ha scritto: “Per  raggiungere questo obiettivo, l’esercito [siriano] è sostenuto dai miliziani locali che operano in città e villaggi, e che sono stati addestrati alla guerra urbana per diversi mesi dall’Iran e dalla Russia, secondo esperti e fonti vicine alle forze di sicurezza siriane.” Questo aspetto della propaganda è in realtà vecchia ed è stata utilizzata per spiegare perché il governo siriano non è crollato, come gli Stati Uniti ed i loro alleati hanno erroneamente predetto.

Ci sono anche altri esempi. Il Washington Post avrebbe riferito il 1 giugno 2013, che “la tecnologia sofisticata della Russia e dell’Iran ha dato alle truppe governative siriane nuovi vantaggi nel monitorare e distruggere i loro nemici, aiutandoli a consolidare le vittorie in battaglia contro i ribelli, secondo funzionari e analisti dell’intelligence del Medio Oriente.” Aggiungendo inoltre: “La tecnologia comprende l’incremento dei droni da ricognizione fabbricazione iraniana e, in alcuni settori, dei sistemi anti-mortaio simili a quelli utilizzati [dal Pentagono] per rintracciare la fonte dei tiri di mortaio, hanno detto funzionari ed esperti. Unità militari siriane fanno anche maggiore uso delle apparecchiature da ricognizione per raccogliere informazioni sulle posizioni dei ribelli, e dei dispositivi di disturbo per bloccare le comunicazioni dei ribelli, hanno detto.” La Fox News Network seguirebbe l’esempio segnalando che “le truppe siriane ora utilizzano tecnologie e tattiche sofisticate” provenienti da Iran e Russia. John Bolton, l’assai impopolare ex-ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, voleva pesare sul conflitto siriano dicendo a Fox News che “negli ultimi mesi mi sembrano esserci pochi dubbi, ma l’Iran e la Russia hanno intensificato quantità e qualità dell’assistenza che forniscono, con telecomunicazioni e capacità di puntamento più sofisticate, più assistenza finanziaria e arruolando Hezbollah”, durante un’intervista del 2 giugno con Eric Shawn.

Forse l’aspetto peggiore di questa propaganda utilizzata per la fabbricazione di una falsa immagine degli eventi in Siria, è sostenere che il governo siriano e i suoi alleati vogliono dividere la Siria in diversi Stati settari. The Guardian pretenderebbe perfino, in un articolo di Martin Chulov e Mona Mahmood del 22 luglio 2013, che il governo siriano abbia avvicinato “l’ex ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, alla fine dell’anno scorso [nel 2012] con una richiesta affinché Israele non si opponesse ai tentativi di formare uno Stato alawita, che avrebbe comportato lo spostamento di alcune comunità sfollate nell’area delle alture del Golan”. Lo stesso articolo scrive: “’Ci sono stati esempi evidenti di pulizia confessionale in diverse aree ad Homs’, ha detto l’attivista locale, Abu Rami. ‘La pulizia confessionale è parte di un importante piano sciita iraniano, evidente attraverso il coinvolgimento di Hezbollah e delle milizie iraniane. Ed è anche parte del piano per uno Stato alawita personale di Assad.’” La situazione è l’esatto contrario, in realtà, gli israeliani e i loro alleati vogliono dividere la Siria in un mosaico di staterelli. Questi obiettivi sono ora disonestamente e fantasiosamente attribuiti al governo siriano, quale suo obiettivo.

I colloqui di pace israelo-palestinesi sono legati ai piani di guerra israelo-statunitensi?

Mentre alcuni hanno descritto i nuovi colloqui di pace israelo-palestinesi sponsorizzati come  concessione israeliana o scambio con gli Stati Uniti per la loro pressione che ha costretto l’UE a mettere nella lista nera l’ala militare di Hezbollah, la questione ha bisogno di un attento esame. I colloqui israelo-palestinesi sono stati decisi per motivi che sono in realtà legati alle relazioni pubbliche e alla diplomazia internazionale. L’Autorità palestinese è moralmente in bancarotta, e partecipa ai colloqui di pace perché le è stato ordinato. Nonostante la copertura fornita dalla promessa israeliana di liberare un gran numero di prigionieri palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane, il governo israeliano non farà alcuna grande concessione. Il calendario dei colloqui di pace israelo-palestinesi è legato all’agenda degli Stati Uniti ed israeliana nel Levante. L’annuncio del rinnovo dei colloqui tra gli israeliani e la corrotta Autorità palestinese, entra in stretta sintonia con la decisione dell’Unione europea di elencare l’ala militare di Hezbollah come organizzazione terroristica. Ora che Hezbollah sostiene apertamente il governo siriano, gli Stati Uniti e Israele potrebbero programmare di attaccare, in un modo o nell’altro. Un altro conflitto israeliano con il Libano, in particolare sotto forma di guerra, incontrerebbe la grande indignazione internazionale e avrebbe un costo elevato per l’immagine internazionale d’Israele, già a brandelli. Tale guerra israeliana contro il Libano sarebbe un disastro per le pubbliche relazioni di Tel Aviv. Questo è il motivo per cui i rinnovati colloqui con i palestinesi potrebbero forse essere un mezzo per ritrarre Israele sotto una luce positiva, prima che venga coinvolto in un nuovo conflitto con il Libano o in eventuali nuove avventure regionali.

Indipendentemente dalle intenzioni dietro i colloqui israelo-palestinesi, Hezbollah viene innegabilmente preso di mira dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Prenderlo a bersaglio non significa necessariamente una terza guerra israeliana contro il Libano. Alimentando il fuoco del settarismo in Libano con l’intenzione d’iniziare una guerra civile, potrebbe essere la principale e migliore opzione israelo-statunitense… L’attacco terroristico contro il quartiere di Bir al-Abed, nella profonda roccaforte di Hezbollah nel sobborgo meridionale di Beirut, Dahiyeh, e il sostegno segreto a gruppi violenti, come quello dello sceicco Ahmed al-Assir di Sidone, che ha combattuto l’esercito libanese, sono tutti parte della strategia per stringere il cappio intorno ad Hezbollah incendiando la sua base. Le sanzioni degli Stati Uniti, il soffocamento delle rimesse verso il Libano e la demonizzazione di Hezbollahdesignandone l’ala militare come organizzazione terroristica, fanno parte di questa campagna. Altre mosse verranno. Scrivendo per Fox News il 23 luglio 2013, Claudia Rosett e Benjamin Weinthal retoricamente si chiedevano, come suggerisce il titolo del loro articolo, “Dove sono le sanzioni delle Nazioni Unite verso Hezbollah?

 

Strategic Culture Foundation 30.07.2013

Traduzione di Alessandro Lattanzio.

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