A Pisa il comando delle forze speciali

Si infiltrano nottetempo in territorio nemico senza essere viste, individuano gli obiettivi da colpire, li eliminano con un‘azione fulminea paracadutandosi dagli aerei o calandosi dagli elicotteri, quindi si ritirano senza lasciare traccia salvo i morti e le distruzioni: sono le forze speciali, sempre più impiegate nelle «guerre coperte». L’Italia, che le ha usate finora soprattutto in Afghanistan, fa ora un decisivo passo avanti nel loro potenziamento. Alla caserma Gamerra di Pisa, sede del Centro addestramento paracadutismo, si è appena costituito il Comando delle forze speciali dell’esercito (Comfose), il primo del suo genere in Italia. Esso riunisce sotto un comando unificato il 9° Reggimento d’assalto Col Moschin e il 185° Reggimento acquisizione obiettivi Folgore di stanza a Livorno, il  28° Reggimento comunicazioni operative Pavia di stanza a Pesaro e il 4° Reggimento alpini paracadutisti Ragers con sede presso Verona. A questi si aggiungerà tra poco il 26° Reparto elicotteri per operazioni speciali, destinato a trasformarsi in 3° Reggimento elicotteri per operazioni speciali Aldebaran.

Perché è stata scelta Pisa quale sede del Comfose? Perché l’aeroporto militare della città è stato trasformato in «Hub aereo nazionale dedicato alla gestione dei flussi di personale e di materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi, e viceversa, con tempestività e efficacia» (come lo definisce il Programma pluriennale dello Stato maggiore della difesa approvato dalle Commissioni Difesa del Senato e della Camera). Il Comfose, ha spiegato nel discorso inaugurale il generale Zanelli che lo comanda, «è nato per assicurare la disponibilità immediata di uno strumento dedicato, idoneo ad assolvere l’intero spettro delle operazioni speciali». In altre parole, una volta addestrati per «essere in grado di sopravvivere e combattere in ogni ambiente operativo contro avversari estremamente determinati e insidiosi», gli specialisti delle forze speciali potranno essere immediatamete proiettati attraverso l’hub aereo di Pisa nei vari teatri bellici. Quali siano quelli immediati lo ha spiegato, a margine della presentazione del Comfose, il Capo di stato maggiore, generale Graziano: «Nell’Est Europa l’Italia deve essere presente, così come si è riproposto il fronte mediorientale».

L’altra ragione della scelta di Pisa quale sede del Comfose è sicuramente la presenza della limitrofa base Usa di Camp Darby, che rifornisce le forze terrestri e aeree nell’area mediterranea, africana, mediorientale e oltre. E’ l’unico sito dell’esercito Usa in cui il materiale preposizionato (carrarmati, ecc.) è collocato insieme alle munizioni: nei suoi 125 bunker vi è l’intero equipaggiamento di due battaglioni corazzati e due di fanteria meccanizzata. Vi sono stoccate anche enormi quantità di bombe e missili per aerei, insieme ai «kit di montaggio» per costruire rapidamente aeroporti nelle zone di guerra. Questi e altri materiali bellici possono essere rapidamente inviati in zona di operazione attraverso il porto di Livorno e l’aeroporto di Pisa. Serve quindi alla proiezione di forze Usa nei vari teatri bellici.

Come ha chiarito il generale Zanelli, il Comfose manterrà un «collegamento costante» anzitutto con lo «U.S. Army Special Operation Command», il più importante comando statunitense per le operazioni speciali che, formato da 26mila commandos, fornisce circa il 70% delle forze speciali al Comando centrale nella cui «area di responsabilità» rientra il Medio Oriente. Appare dunque chiaro che le forze speciali del Comfose, in parte già formatesi nella guerra in Afghanistan sotto comando Usa, sono destinate ad operare, sempre sotto comando Usa, in Iraq e Siria. Segretamente. Tenendo all’oscuro lo stesso parlamento della Repubblica che, nella sua Costituzione, ripudia la guerra.

Manlio Dinucci


Articles by: Manlio Dinucci

About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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