Una guerra mondiale in soccorso dell’Impero USA

Numerosi analisti ed osservatori informati della congiuntura geopolitica mondiale attuale concordano nel pensare che la crisi finanziaria che colpisce le economie dei paesi ricchi, rischia di degenerare in violente esplosioni sociali. È almeno il risultato dei lavori di un gruppo di esperti europei del LEAP/Europe 2020. Questi pensano che “la crisi entrerà, nel quarto trimestre del 2009, in una fase di ‘smembramento geopolitico mondiale’ e prevedono uno ‘si salvi chi può generalizzato’ nei paesi colpiti dalla crisi. Tale scompiglio sfocerebbe, in seguito, nella logica dello scontro, in altre parole, con semi-guerre civili”.

Secondo questi ricercatori i paesi nei quali circolano liberamente grandi quantità di armi da fuoco come gli Stati Uniti ed i paesi latino-americani si presenterebbero come i più vulnerabili. Altri ritengono che la recessione indebolirà considerevolmente gli Stati Uniti e li renderà ancora più dipendenti dalle economie emergenti ed in transizione come quelle della Cina, dell’India e del Brasile.
Tenuto conto di questo difficile contesto, è probabile pensare che il solo modo per l’impero americano di mantenere la sua potenza egemonica planetaria sia di preparare un piano di guerra atto a mobilitare tutta l’economia mondiale.
Le guerre “irregolari” dell’Afganistan e dell’Iraq non hanno portato tutti i dividendi sperati. L’unanimità che ha circondato il loro scatenamento in occidente, inizia a rompersi e le scadenze per l’attuazione dei piani del ritiro delle truppe sono già fissate.
Ora si prevede seriamente un conflitto di grande ampiezza ed una guerra convenzionale che oppone il mondo occidentale ed il mondo musulmano, che sembra, per gli strateghi agguerriti, un’opzione promettente nella misura in cui è giustificata e preparata secondo tutti i crismi. È ciò spiega, forse, il fatto che gli USA non abbiano ancora deciso di lanciare la guerra atomica contro l’Iran, che hanno accuratamente preparato negli ultimi anni.

I. Piani di guerra poco noti
I piani di guerra degli Stati Uniti contro l’Iran non sono stati diffusi presso il grande pubblico. Al massimo, delle notizie sono state pubblicate, in particolare, sulle esercitazioni navali nel Golfo Persico, orchestrate nel 2006 dal Pentagono con la partecipazione di Australia, Francia, Italia, Gran Bretagna e Bahrein e le manovre che ha condotto Israele sul Mediterraneo orientale e la Grecia nel giugno 2008. Tuttavia, è permesso pensare che i preparativi di un attacco nucleare contro l’Iran siano entrati nella loro fase finale da molti mesi. Il piano è steso. Non resta che decidere il momento della sua attuazione.

II. Lo scenario più probabile
Alcuni scenari d’intervento sono stati esposti, e vanno dalla distruzione degli impianti nucleari iraniani fino all’estirpazione totale dell’Iran. È certo che se un attacco è attuato esso causerà, da parte dell’Iran, una risposta definita “terribile” dalle autorità religiose iraniane, una risposta che potrebbe causare una viva reazione delle altre potenze nucleari che potrebbero, a loro volta, entrare in scena. Secondo Loyd Rudmin, “gli Stati Uniti avrebbero tracciato circa 10.000 obiettivi in Iran. I principali sono gli impianti nucleari, compresa la centrale nucleare di Bushehr sulla costa del Golfo Persico, vicino al Kuwait, e gli impianti d’arricchimento di Natanz, presso Ispahan. Bushehr è una città industriale che conta quasi 1 milione di abitanti. Non meno di 70.000 ingegneri stranieri lavorano in questa regione che comprende un grande giacimento d’idrocarburi. Natanz è la principale località per l’arricchimento d’uranio dell’Iran, a nord d’Ispahan, che conta anche impianti di ricerche nucleari. Ispahan è una città del patrimonio mondiale, con una popolazione di 2 milioni d’abitanti”.
Secondo le opinioni di Peter Symonds, che analizzano i risultati di uno studio pubblicato da scienziati britannici, gli Stati Uniti preparano un attacco terribile contro l’Iran. In un articolo pubblicato nell’agosto 2008, questi ricercatori “fanno una stima da far gelare il sangue della violenza distruttiva che gli Stati Uniti userebbero in occasione di un attacco contro l’Iran”. Concludono che “gli Stati Uniti hanno fatto preparativi allo scopo di distruggere le armi di distruzione di massa dell’Iran, la sua energia nucleare, il suo regime, le sue forze armate, il suo apparato statale e la sua infrastruttura economica, in alcuni giorni, o alcune ore dopo, l’ordine dato dal presidente George W. Bush”.
Proseguendo la sua analisi dello studio, Symonds crede che “la reale motivazione di una nuova irresponsabile guerra degli Stati Uniti contro l’Iran risiede nel tentativo dell’amministrazione Bush di stabilire una sovranità totale degli Stati Uniti sulle regioni ricche di risorse minerali del Medio Oriente e dell’Asia centrale. Tutto ciò che, di conseguenza, permetterà ai concorrenti europei ed asiatici, di rafforzare la loro influenza in queste regioni chiave, è semplicemente intollerabile per l’elite dirigente americana”.
Termina il suo esame di questo lavoro constatando ragionevolmente: “L’ottica piuttosto limitata dello studio non fa che rendere la sua conclusione più tremenda: i preparativi militari che permetterebbero all’amministrazione Bush di fare, in poco tempo, di una gran parte dell’Iran un campo di rovine, sono già terminati”.

Conclusioni
Dall’inizio del secolo, gli Stati Uniti,con il concorso dei loro alleati più fedeli, acquisiscono tutti gli elementi e gli ingredienti per una guerra mondiale, una guerra che sia tale da salvaguardare le basi della loro egemonia planetaria. Questi principali elementi sono il grande riarmo planetario inasprito dalla guerra contro il terrore, interventi che permettono di mantenere le tensioni tra molti stati, il crollo delle economie dei paesi ricchi che crea, così, una turbolenza principale ed una destabilizzazione delle attività economiche in tutti i continenti, una campagna di propaganda contro i paesi dell’asse del male, tra cui molti paesi del mondo musulmano, l’indebolimento del potere d’intervento dell’ONU e le difficoltà dell’applicazione delle norme del diritto internazionale e, infine, la messa a punto di una strategia d’intervento militare massiccio contro l’Iran, il tutto potendo avere un potente effetto di trascinamento, le cui ripercussioni possono avverarsi in un tale vantaggio da garantire il futuro dell’impero ed anche la ripresa dei territori strategici persi nel corso degli ultimi decenni.

In un tale contesto, una guerra nucleare mondiale è possibile ed anche probabile. Questo scenario catastrofico, sembra sempre più quello che si prepara e la nuova amministrazione alla Casa Bianca potrebbe difficilmente contrastarlo, poiché sarà probabilmente oggetto principale del suo mandato nel corso dei prossimi anni.

Referenze
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SYMONDS, P. 2008. Iran : Bush réitère que «toutes les options sont sur la table». Montréal, Centre de recherché sur la mondialisation, Le 9 juillet 2008. http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=9546

*Mondialisation.ca 3 marzo 2009

Link : Une guerre mondiale au secours de l’Empire américain

Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://www.aurora03.da.ru
http://www.bollettinoaurora.da.ru
http://sitoaurora.narod.ru
http://sitoaurora.altervista.org


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Articles by: Prof. Jules Dufour

About the author:

Jules Dufour, Ph.D., C.Q., géographe et professeur émérite. Chercheur-associé au Centre de recherche sur la Mondialisation, Montréal, Québec, Canada.

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