Meglio de una fiction

E se Osama fosse morto già molti anni fa?

Il capomafia più pericoloso, ricercato da tutte le polizie, viene individuato nell’agosto 2010, seguendo un corriere che portava i suoi pizzini agli affiliati in tutto il mondo. Ma il suo covo – una masseria protetta da un alto muro con filo spinato e guardie armate, vicina a una caserma dei carabinieri – viene assaltata solo otto mesi dopo dai Nocs. Ucciso il capomafia, si dichiara che il suo Dna corrisponde in gran parte a quello dei parenti, e il corpo viene subito gettato in mare. Se questa fosse la notizia, sarebbero in molti a dubitare. Ma se la versione della morte di Osama bin Laden viene dalla Casa bianca, quasi nessuno dubita della sua veridicità.

Fondati dubbi vengono invece espressi nel documentato sito «Global Research», diretto dal professor Michel Chossudovsky: non solo sulle circostanze della morte, ma sullo stesso Osama bin Laden. Da collaboratore della Cia nella formazione dei mujaheddin e nella guerra contro l’Urss in Afghanistan, diviene nel 2001 per Washington «il nemico oscuro, che si nasconde negli angoli bui della terra». E, in questi «angoli bui», la Cia e altri servizi segreti usano a scopo destabilizzante organizzazioni di mujaheddin nei Balcani, nell’ex-Urss, nel Maghreb e in Libia.

E se Osama bin Laden fosse morto già anni fa? Di certo il suo spettro era stato finora utile per alimentare la psicosi della minaccia terrorista. Finché è stato politicamente più utile orchestrare «la seconda morte di Bin Laden», come la definisce Paul Craig Roberts su «Global Research». E se così non fosse, perché il suo corpo, invece di essere conservato per avere la certezza della sua identità, è stato gettato in mare? Un fatto analogo avvenne nel 2001: dopo il crollo delle Torri gemelle, le loro travature metalliche furono subito rimosse e fuse in acciaierie asiatiche. «È inquietante la rapidità con cui sono state distrutte prove importanti», denunciò sul New York Times (25-12-2001) il professore di ingegneria Frederick W. Mowrer. Anche ora, non sono forse state distrutte le prove, disfacendosi del corpo di bin Laden?

 


Articles by: Manlio Dinucci

About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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