I missili russi S-300 neutralizzano la supremazia militare statunitense

Perché gli Stati Uniti, Israele e l’Unione europea reagiscono così aspramente verso la consegna da parte della Russia dei missili S-300 alla Siria? In realtà, una o più batterie di missili antiaerei non possono mutare il corso della guerra civile in Siria. Soprattutto con la decisione di UE, Gran Bretagna, Francia e altri Paesi della NATO di fornire ai ribelli siriani simili sistemi d’arma. Allora, perché i russi non vogliono in nessun caso, rinunciare a dotare l’esercito siriano degli S-300? Per capire cosa significhi per l’occidente l’invio di queste armi, si deve notare che il segreto del successo delle campagne militari di Stati Uniti e Israele negli ultimi 20 anni, si basa sul possesso e l’uso del sistema di contromisure universale chiamato ESM/ELINT (sistema di supporto elettronico). Questo tipo di apparecchiature permette la registrazione e l’analisi delle emissioni radar e del controllo dei sistemi d’arma nemici, neutralizzandoli con le interferenze. Ciò permette alle loro aviazioni massima libertà di azione e la possibilità di operare senza perdite, nelle missioni d’attacco contro obiettivi aerei, marittimi e terrestri. L’elemento di novità nel classico scenario occidentale è che la Russia ha fornito all’esercito siriano dei lanciamissili S-300 dotati di un complesso sistema integrato C4I di rilevazione dei bersagli e gestione automatizzata del tiro. Prima di gestire il lancio e la guida dei missili S-300, il sistema garantisce un efficace controllo dello spazio aereo siriano e oltre, attraverso una rete di telecamere fisse a bassa frequenza di ultima generazione, resistente alle interferenze e agli attacchi con missili anti-radar. A ciò si aggiunge un’ulteriore rete di telecamere mobili, del tipo-1L119 Nebo, che operano sulla frequenza VHF. Oltre a queste due reti di monitoraggio automatizzato dello spazio aereo, si aggiunge un altro elemento per la rilevazione, il monitoraggio e il contrasto a qualsiasi fonte d’interferenza ESM/ELINT occidentale montato su velivoli o navi da guerra.

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In pratica, con l’esportazione mondiale di queste nuove armi da parte della Russia, i sistemi degli Stati Uniti e dei loro alleati della NATO e Israele non possono più imporre la cosiddetta “no-fly zone”, come fecero in Jugoslavia, Iraq e Libia. Senza correre il rischio di un’invasione terrestre  impiegando la flotta e la fanteria di marina. Quando i russi riuscirono a progettare e a realizzare questo tipo di tecnologia, durante il collasso e il declino economico dell’URSS, il vantaggio tecnologico degli Stati Uniti contro la Russia consentì all’esercito statunitense di condurre delle guerre vittoriose in Jugoslavia, Iraq e Afghanistan contro forze armate dotate di equipaggiamenti sovietici? Quale poteva essere l’elemento che diede alle armi statunitensi tale supremazia? La risposta è il C4I (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer e Intelligence). Il C4I è un concetto moderno, l’unico modo attuale di moltiplicare fino a 10 volte mobilità, velocità di risposta, efficienza e precisione tecnica nelle guerre convenzionali, basato sul vasto uso di microprocessori di ultima generazione per le apparecchiature di comunicazione, compresi i sistemi di rilevazione e di puntamento delle armi. Per recuperare il ritardo con gli statunitensi, la Russia ha istituito una agenzia di ricerca per la difesa simile alla Defense Advanced Research Projects del Pentagono (DARPA, creata nel 1958 a seguito del lancio dello Sputnik dell’Unione Sovietica), che gestisce la ricerca scientifica e lo sviluppo delle più recenti scoperte dell’industria militare russa.

Se esaminiamo attentamente come, il 27 marzo 1999, è stato abbattuto un aereo “stealth” statunitense F-117, a Budanovci in Jugoslavia, da parte di un sistema S-125 (Neva/Pechora), vediamo che l’Agenzia per la Ricerca della Difesa russa ha trovato ed implementato una soluzione tecnica per la rilevazione e la distruzione di tali velivoli e missili da crociera. Ma per raggiungere le prestazioni tecnologiche degli Stati Uniti, si dovrà attendere il 2008, con la guerra in Georgia. Prima del conflitto, l’esercito georgiano ricevette dalla statunitense L-3 GCS (leader nelle apparecchiature elettroniche miniaturizzate) e dagli israeliani i sistemi C4I più moderni. In seguito alla guerra del 2008, l’esercito russo entrò in possesso di gran parte del materiale C4I dell’esercito georgiano che poi analizzò, copiò e riprodusse. I loro componenti ad alta tecnologia furono in gran parte integrati nella produzione di nuove armi o nell’aggiornamento dei sistemi esistenti.

Il sistema modulare C4I permette la creazione di reti di comunicazione tattica integrata su piattaforme come veicoli militari in movimento. Permette la visualizzazione e l’aggiornamento automatico della situazione tattica su console con mappe digitali, controlli di gestione, rapporti di combattimento e stato della logistica (fabbisogno di munizioni, carburante, ecc.), o di monitorare lo stato di preparazione e operatività dei sistemi d’arma. Il sistema C4I permette inoltre di garantire la raccolta, la trasmissione via satellite e l’analisi delle informazioni nel formato standard della NATO  in tempo reale, utilizzando sensori posizionati negli avamposti della prima linea, e attraverso sistemi di AGS (Alliance Ground Surveillance) per l’osservazione/controllo elettronico del terreno attraverso droni e satelliti efficienti. Tutte le informazioni vengono dirette ai posti di comando mobili di compagnia, battaglione e brigata. Così, è possibile conoscere la situazione sul piano tattico, gestire il campo di battaglia, facilitando il processo decisionale del comando. Il C4I consente anche di trasmettere e ricevere con dispositivi wireless, in condizioni di sicurezza, dati audio e video ad alta velocità e in grande quantità, come voci e dati digitali, anche in presenza di interferenze. I suoi elementi dispongono di sistemi di memoria, accesso a propri server gestiti da potenti processori di ultima generazione che coprono l’intero spettro delle frequenze e sono protetti da sistemi di crittografia digitale.

 

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Les missiles S-300 russes et la neutralisation de la suprématie militaire américaine

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Valentin Vasilescu, pilota ed ex-vice comandante delle base di Otopeni, laurea di Scienza Militare presso l’Accademia di Studi Militari di Bucarest nel 1992.


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